domenica 12 ottobre 2014

Vortici mattutini

Dio mio... quanta pressione.

Ho troppe identità nella mia testa e a volte lottano per il potere. Il mio io reale, se per reale si può dire, il più statisticamente presente, il mio io professionale, il mi spagnolo, il mio io inglese e proiettato fuori europa in un disperato desiderio di riempire con stimoli infiniti il dolore di una vita a contatto con il segreto.

Sapere e non dire, sapere e non dire... questa è stata la mia maledizione tutta la vita. Custode dei segreti é forse il compito più terribile con cui ci si possa affliggere.

Costa troppo. Il segreto... il potere... costa troppo. E forse io sento che non lo voglio. Voglio solo stare tranquillo, vivere godendo la vita. Non voglio essere serio, non voglio essere nessuno. Malessere.

Dormire sette ore é normale, ma quanto sarebbe bello poter dormire di più. Che ci faccio io quando la città dorme?
Sono così perfettamente equilibrato nel mio squilibrio che mi dimentico di esistere. Ogni tanto.
Questa maledetta necessità di dimostrare. Perché ci deve essere il mio nome in ogni parte?

Chi sono io? Sono un'ombra fugace, perché devo disegnare i miei bordi sopra ogni parete, sopra ogni soffitto? Nessuno si é chiesto cosa prova la fiamma?

Cammomilla, anice, miele. Chiedo alla natura una calma che non é mia. Invoco forze ataviche di verdi alleate per correggere il mio oscillare impazzito. E la mia mente torna a quel sporco cuore di San Francisco. Quel chiodo che scurisce. Quell'ombra che tanto agogno.

2 commenti:

  1. vorrei avere qualcosa di utile da commentare, una frase che significhi davvero qualcosa di fronte a tutto ciò.
    il disagio di un'esistenza in cui contemporaneamente ti nascondi e ti costringi ad essere ovunque, a modellarti in modo da proiettare l'immagine che gli altri si aspettano da te, quella di cui gli altri hanno bisogno perché tutto sia "normale", quello lo comprendo bene. e conosco fin troppo accuratamente anche quel desiderio di ombra, di nascondiglio, di solitudine, per poter "essere sé stessi"... e poi rendersi conto che nemmeno più sai come si fa, ad essere te stesso, perché è troppo tempo che non lasci perdere le maschere, o forse semplicemente non indossi quella che usi con te stesso.
    e intanto ti fai sempre un pochino più freddo, più distante, più asociale, cerchi di nasconderti in mezzo agli altri e immancabilmente, quando ti viene chiesto come va, la risposta è un sorriso e "tutto ok".

    (se hai voglia/bisogno di parlare... i miei contatti li hai)

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  2. Grazie mille! Questi momenti sono abbastanza sconfortanti. Per fortuna sono limitati nel tempo, però sono tremendamente connessi con la mia esperienza di Milano. questa é la terza volta che vivo nella mia città. Ogni volta sono tornato con esperienze differenti e spero che questa non faccia eccezioni. Però l'inizio é sempre più duro e anche se mi piacerebbe fare il profeta in patria cambiando il famoso detto, davvero é una bella sfida.........

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