sabato 15 marzo 2014

Osare...

Oggi voglio osare di più...

Mi rendo conto che con tutti i bei cambiamenti fatti nella mia vita l'unico vero e fondamentale é quello di disconnettermi di quello che pensano gli altri.

Certo questo blog già è un esperimento di questo. Violentemente personale, con tratti di cortine fumogene perché la tecnica ancora non è perfezionata.

Cercando un'immagine di quello che voglio é un po' questo... no beh, non passeggiare in mutandine e tacchi rosa, però lo stesso spirito.

Mi guardi? Beh se non fai altro e guardi me, allora perfetto!! eheheheh...

Osare, osare, osare!!!

venerdì 14 marzo 2014

Brucia bavaglio, brucia!

Oggi il Dragone vuole volare...

Sará la primavera o certi post del cavolo su facebook, peró ho voglia di rivoluzione. Non di quelle sanguinolente (tanto si sa che con il soffio di un drago, il sangue evapora tutto eheheh... ehm no, scherzavo!!!), peró rivoluzione di pensiero!

Mi piacerebbe raccogliere consensi e presentarli al "senso comune", bussando educatamente alla sua porta, per dirgli di smettere di gettare le erbacce nel prato del vicino.

Dopotutto questo tipo di scarti, li consideriamo tali solo perché non siamo in grado di riciclarli. Se infatti conoscessimo che valore tengono quelle "erbacce" come medicine, ingredienti di cucina o semplicemente per concimare altre piante, la gente non butterebbe le sue nel prato del vicino.

E il vicino ovviamente, anche se questo succedesse, potrebbe riutilizzarle per il suo bene.

Non so perché l'idea di un dragone con occhiali e un blocco di fogli firmati che bussa di porta in porta non mi sembra realistico. Sará per la paura che con uno starnuto distrugga il lavoro di giorni di raccolte.

A volte quando scrivo certe cose mi sento vulnerabile, come se le persone potessero vedere quello che ho dentro e svalutarlo dentro di loro. In quei giorni vedo quanto la vulnerabilitá non sia questo, se non dare importanza a quello che pensano gli altri.

La veritá é che facebook e tutte queste tecnologie che progressivamente cercano di rendere sempre piú difficile cambiare identitá e ti dicono di mettere dati reali (che poi, "reali"... mah... diciamo ufficiali), come se alla fine volessero davvero creare un avatar tuo virtuale, poi ti mettono come nella posizione di sentirti in mezzo a una folla che ti guarda.
Per cui ovviamente in facebook tutti si fanno belli, scrivono cose popolari e...

E... e cosa? Aspetta... nessuno scrive piú in facebook? Tutti alla fine mettono foto con frasi carine... e le foto hanno 200000 like mentre se scrivi una frase personale forse ti condividono un "me gusta" 1 o 2 persone.
Senza pensare ai post piú "caldi"... quelli fanno paura... chissá che  attraverso il tuo like la CIA venga a prenderti a casa (e tutto sommato é davvero improbabile che non sia cosí).

E allora ti trovi nel mondo senza censure, censurato da te stesso e dagli altri, in una soffocante battaglia per mantenere una visibilitá accettata e "piaciuta".

"Censuráti noi siamo"... direbbe il buon maestro yoda... "da noi stessi".

Bavaglio mio, brucia con il soffio del drago!

Sono gay, ho compagno che quando vedo al mattino mi fa pensare che qualunque ostacolo sia superavile e mi risveglia un sorriso di felicitá spontaneae, se un giorno succederá che l'universo mi porti su quella strada, adotteró un figlio o lo cercheró con una madre che voglia portare avanti la gravidanza, e lo cresceró con amore e tutta la saggezza che posso.
E a chi non piace... beh, non si cerchi un drago con amico.
Perché di draghi, di persone che gay, etero, bi, trans, bianche, nere, di destra, di sinistra, gialle, religiose e no, che vogliono vivere la vita senza assoluti e condividendo il bello della vita, é pieno il cielo e saró sempre e comunque in splendida compagnia!!! :D

E oggi mi sento un 15enne che flamma a palla.... :PPPP

giovedì 13 marzo 2014

Upsi Dasi, Upsi Dasi, Upsi Dasi!!! :P

Ebbene sí lo ammetto... a volte certe idiozie si potrebbero evitare.... come per esempio provare le proteine della palestra con lo yogurt di cereali e fragola.
Penso che il disgusto mi abbia sbalzato in un'altra dimensione qualche secondo per insegnarmi qualche nuovo ninjutsu proibito stile Naruto, per poi riportarmi qui di nuovo a prezzo di dimenticarmi tutto ció che ho appreso.
In qualche modo questa simpatica colazione mi ha fatto ricordare del fantastico Yogurt e dello Sforzo... :P

Upsi Dasi, Upsi Dasi, Upsi Dasi!!! :P



domenica 9 marzo 2014

In bilico combattendo contro Shrek(?)

Di ritorno a Madrid ieri, dopo qualche giorno a Milano, attacchi di nostalgia, smarrimento e finalmente risoluzione.

Inizio riavvio in corso... attendere...
ABCD... le lettere dell'alfabeto
1234 i numeri arabi...

Che poi se tanto in italia abbiamo contro gli arabi, magari pure loro c'avranno qualcosa da dire visto che gli abbiamo rubato i numeri.

Ad ogni modo mi ritrovo qui a Madrid in una splendida giornata di sole. Questo sforzo autistico di scrittura del blog é una forma di allenamento mentale a trasferire nel reale le seghe che altrimenti rimarrebbero solo nella mia testa (oddio, scritto cosí suona male).

BTW tornato a Madrid in questa giornata di sole, splendida, che mi fa pensare al periodo in cui la primavera spazza le strade e fa pulizie prime di mettere fiori e erbette. Per cui splendida direi in senso di splendore potenziale, perché a parte il sole splendente, gli alberi sono ancora scheletrici e uscire in maglietta è ancora osare troppo.

In questa bella Madrid in fase di pulizie mi guardo intorno. Dietro: storie, strutture e parchi divertimenti abbandonati, di lato: i margini della strada e in lontananza altre vie, e di fronte: un abisso di incertitumbre come direbbero li spagnoli. Un modo piú cupo e sinistro di definire l'incertezza.

Incertitumbre.... umbre... umbre... sembra un po' qualcosa tra l'ombroso e l'"ucci ucci sento odor di cristianucci" dell'orco che da quello che pare nelle storie gira con croci portatili in tasca e dimostra una certa discriminazione religiosa. Buon per i non cristiani suppongo.
Se ci pensi un bambino ateo potrebbe passargli davanti e fargli le linguacce che l'orco incresparebbe l'angolo della bocca di disgusto e passerebbe oltre.
Ogni volta che un po' di acqua benedetta tocca la testa di un bambino non potró non fare a meno di pensare che un orco é felice.
Un po' il contrario di se dici che le fate non esistono strappandogli metaforicamente le ali.

D'altro canto se l'orco é Shrek, non c'è da aver paura (se non forse per la cognata aquisita dragona).

Il mio Shrek qui é molto ombroso. Lunedí la fatidica data per sapere se torneró a Ibiza o a Milano.
Devo ammettere che questo abisso si é aperto a sorpresa piú volte nell'ultimo mese, lasciando la mia descrizione di quello che vedo dietro di me imprecisa: dopo i parchi divertimenti abbandonati, due o tre abissi, risolti prima verso Milano e poi verso Ibiza.

Adesso la bussola é impazzita e il volto di un orco piú stronzo e senza limitazioni religiose si profila di fronte.

E´ l'orco del mondo del lavoro copyright 2014, ma semplice riadattamento di situazioni sempre passate. Schiavitú con differenti nomi e piú fiorellini al posto dei puntini delle "I".
Qui ci sono i ricchi, e chi li rende ricchi. I primi lottanto per essere piú ricchi, i secondi schiavizzati da una assurda e inumana incertezza di lavoro, non tale a priori, ma per la natura stessa del tipo di lavoro in questione che prevederebbe un inizio giá un mese fa.

Ma tanto alla fine cosa importa. Se non é uno é l'altro, gli schiavi lottano sempre fra loro per le briciole. E magari fanno pure le gare per vedere chi é il piú forte. 10000 schiavi e 3 padroni. Magari si potrebbe pensare ad un'altro tipo di lotta, ma i padroni tengono le catene.
Abbattono l'autostima, programmano per pensare che il proprio lavoro é giusto sufficiente a nutrirsi abbattendo lo stimolo della crescita personale attraverso di esso.

Peró devo dire che qui la colpa é anche mia. Certo le nuove filosofie di vita, la mia nuova essenza flessibile mi permette una certa comoditá di scelta e mi risparmia lo stress maledetto di una generazione che drogandosi di caffé pensa di essere diversa da chi si fa di eroina solo perché glielo "normalizza" la societá. E lo dico da caffeinomane alle fasi iniziali, per cui pienamente colpevole e con le mani sporche di marmellata...
Dovrei forse prendere le redini della mia vita, anche se ovviamente le strade infinite sono tali fino a che non prendi una decisione, pillola rossa o pillola blu, e forse per una volta essere meno zen, e piú cacciatore di orchi.

Per il momento niente pillole... e domani vediamo se la testa a rotolare é quella dell'orco o dell'altro.
Non so bene chi potrebbe essere l'altro dato che non é previsto nella mia metafora, ma la mia, né quella di chi mi sta vicino, sará di certo (disse affilando la spada...)....

sabato 8 marzo 2014

Amici, litigi e perdoni.

Io credo che non esistano litigi infiniti, odi eterni, torti assoluti e ragioni totali. Ma se gli altri non la pensano così, quanto vale rischiare una pace tanto combattuta per risolvere i nodi del passato?

 Tanti ricordi di una vita intensa, bruciata al massimo dopo una lunga partenza.
Amicizie folli, dannose, eppure affettuose, superficiali, divertenti.
Prezzi da pagare, punti di vista. 

A volte io mi chiedo quanto ciechi possiamo diventare in nome dell'amicizia.
 Tutti siamo stati infantili. La mia maniera di esserlo: il don chisciotte, il cavaliere difensore di donzelle (in)difese.

 Quante volte in vita mia mi sono gettato al soccorso di qualcuno e il risultato è stato pessimo.
 Ho imparato. Ognuno deve salvarsi da solo, io posso solo offrire una spalla allenata per reggere il peso delle lacrime, un supporto, ma niente di più di una compassionevole neutralità.
Oddio, se fosse vero sarebbe un mondo triste.

La verità é che c'è caso e caso. Ma a parte questo mi sento carico di tristezza.
Pare che sia giusto per alcuni gettare centinaia di belle esperienze nel cesso per le male parole di qualche incognito invidioso o ex spaventato dei suoi segreti.
E mi rendo conto che sono stato ferito. Profondamente, tanto che ora ho una cicatrice.
Forse é la prima volta che sento una cicatrice dell'anima. Altre esperienze sono state dolorose, ma la verità é che il tradimento dell'amicizia é forse la peggiore.

Io sento dentro di me che quel passato é lontano, che solo le cose belle per me sono rimaste, che la ferita é guarita, ma se penso a ritrovarmi un'altra volta di fronte ad alcune persone che già in passato hanno rifiutato la pace, sento timore.
 Non delle persone, ma dell'incomprensione, della terribile barriera che impedisce un riavvicinamento.
Quella barriera é la mia cicatrice.

Ho due anni della mia vita bloccati come in un vaso di pandora ben sigillato. E per quanto la mia vita vada avanti, anzi, forse proprio perché va avanti, mi chiedo perché cavolo devo vivere con un vaso di Pandora nel mio zainetto?
 Perché come già mi è passato altre volte non posso semplicemente aprirlo e affrontarlo? Dire ai mali dentro che sono "male" solo perché così si dicono allo specchio, ma che in realtà sono solo incompresi.
O al contrario perché non posso lasciarlo lì chiuso in un angolo e non pensarci più?

Sono uno stupido impaziente. Questo difetto solo l'amore mi permette di esprimerlo meno.
Forse solo c'è da aspettare.

La verità é che comunque, almeno in una parte di questo universo materiale, oltre che in un angolo del mio cuore, voglio che si sappia che con tutte le persone che in tutta la vita ho avuto la sfortuna di affrontare per fraintendimenti, che alla fine non ha proprio senso ricordare il male.
Non é un generico "volemose bene", se non un: cavolo, chi è davvero cattivo in questo mondo alzi mano, e chi è davvero buono cominci a scagliare pietre che dopo la prima già non può continuare.

Vorrei solo che in questo angolo virtuale le persone nel vaso di pandora possano sapere che ci sono pure io in quel vaso. Che sono con loro, né più né meno. E che spero, con tutto il mio cuore, che in un modo o in un altro, tutti noi, possiamo ritrovare la pace.
Io non mi arrenderò... come mai nella mia vita finora, lotterò contro lo status quo. Quelli che perdono la speranza. Quelli che pensano nell'irrimediabile. Quelli che pensano che certe cose é meglio lasciarle stare.
E la mia lotta sarà mantenere la speranza e la buona intenzione.

Amici vicini e lontani. Compresi e incompresi. integri o feriti. Irreligiosamente e afilosoficamente, vi voglio bene.
Punto.

domenica 16 febbraio 2014

Andare al bel stivale ritornando al paese degli gnomi - Ossia annuncio importante per gli amici italiani!

Non esistono le casualità. Il caso, il fato, sono concetti che apparentemente opposti, però assumono un significato differente se li guardi attraverso un concetto simil-fantascienficio, ma abbastanza scientifico da far parlare la fisica, delle sincronicità.

Probabilità. Questo è il significato del nuovo universo. Il determinismo delle palline piccole che giravano attorno alle palline grandi, rimpiazzato a calcioni da nubi e vortici, carichi carichi di (se fossero un bastimento?) quello che ci vuoi vedere.

Perché alla fine è questo quello che importa. Se a te la coca cola non piace, la publicità può farti pensare che sia il paradiso, ma per te fa schifo.
Se tutti credono in dio e tu negli gnomi, non è che puoi cambiare idea e in alcuni paesi del nord fermerebbero le autostrade per proteggere il tuo credo.

Insomma tutto questo per dire che torno in Italia!
Si certo, ri-torno, torno, vado. L'Italia che c'era ora non c'è. Una gigantesca nube di probabilità colorate a forma di stivale cha cambia ogni millesimo di secondo che significa che l'Italia da dove sono partito ormai non esiste più da un pezzo.
Dio mio... se lo penso a quanti infiniti bei paesi sono nati e morti in un mio battito di ciglia sento vertigini, al lato di un'incredibilmente appetitosa allucinazione di onnipotenza.

Mordicchiando la psicosi dopo il caffé sperando di non diventarne dipendente, ripeto l'annuncio ripulendolo dei mille colori... ebbene sì torno in Italia. O forse no... forse sarebbe meglio dire che sì:
Vado in Italia per restare un po'.
Tra aprile e maggio sarò di nuovo in giro per Milano. Pioverà o farà sole?
Io in un certo senso spero nel sole che mi piace di più, ma la pioggia e magari qualche tuono renderebbe il rientro un po' più drammatico e poetico. Entrare in casa con gli stivali bagnati e una grande valigia, l'affanno del viaggio che si spegne in un abbraccio e in un bacio, luci che si accendono (o si spengono?), riscaldamento che soffia sommesso, il rumore del diluvio e il bianco di nuove pareti.

Spero di rivedervi tutti nella mia nuova nube. Vecchi e nuovi amici in un ballo infinito, attenzione a non inciampare nei tuoni e a non rovinare la mia collezione di fulmini...
Aspetta... forse ho appena finito il caffé........





giovedì 6 febbraio 2014

La nebbia agli irti colli

Non pioviggina sale oggi, nella milano mattiniera al fianco di un vecchio che piscia per strada vicino alla stazione.
La pubblicità delle nuove professioni vincenti expo 2015 nella metro, niente dottori e astronauti senza storia dell'arte nelle scuole, appiattisce i miei sensi come l'opprimente mantello di umidità leggera che aleggia in città.
Il cuore dell'inverno batte insistente sulle mie dita, ammutolendo il loro mormorio compulsivo sul swype del mio cellulare.
Trovo un riparo in un caffè al lato del centro per bambini con psicosi dove devo trovarmi tra poco per la conferenza.

Psicosi... Una parola amplia e onnicomprensiva, usurata e allargata come il tunnel carpano di un whatsapp-dipendente il giorno della finale del grande fratello.
Disconnessione dalla realtà.
Ma non siamo tutti un po' disconnessi quando ancora ci incapricciamo con antiche distinzioni politiche, o pensando alla crisi come un problema economico quando il suo vero volto è più che differente?
Il mio cappuccino sa di milano... Contraddizioni e chiaro-scuri di una italia ammalata, ma con tutte le carte per sparare adrenalina e uscire dal letto.